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Le Regole del Poker

Si gioca con un mazzo di carte francesi. Per 2-6 giocatori. Durata: a piacere.

Il Poker è uno dei giochi di carte "eccellenti", perchè famosi e ben conosciuti in tutto il mondo.
I giocatori scommettono sulle 5 carte che hanno in mano puntando sulla combinazione più alta. Le combinazioni vanno dalla Coppia alla Scala Reale. Fra i giochi di scommessa è uno di quelli che esalta in modo particolare l'uso del "bluff". Ci sono modi diversi di giocarlo, con variazioni nel valore delle combinazioni e nelle regole, a seconda che lo si giochi all'Italiana o all'Americana.

Per chi vuole approfondire le Regole e vari argomenti legati al gioco del Poker, presentiamo una serie di Titoli di approfondimento:

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Il numero dei giocatori e le regole generali

Il Poker all'Italiana si gioca normalmente in quattro, cinque o sei giocatori con un mazzo di carte francesi. Il numero delle carte varia a seconda del numero dei giocatori: per quattro giocatori si usano 32 carte (dal Sette all'Asso), per cinque giocatori 36 carte (dal Sei all'Asso), per sei giocatori 40 carte (dal Cinque all'Asso).Stiamo parlando del Poker coperto (Draw Poker) nella sua versione Italiana, che corrisponde a quella diffusa nel resto d'Europa.

Molti ritengono che il gioco in cinque giocatori sia il migliore, perchè più equilibrato e ricco di possibilità. Altri invece preferiscono il gioco in quattro giocatori, che offre maggiori possibilità di ottenere combinazioni alte. Ci sono infine quelli che pensano al Poker in sei giocatori come al massimo del brivido: in quest'ultimo caso, a volte si usa giocare escludendo in ogni mano il giocatore che si trova alla destra del cartaio: è una possibilità interessante che potete sperimentare, anche se restare fuori dal gioco per una mano in ogni giro può essere stressante e causare pericolosi squilibri ai giocatori.

Il Poker si gioca in mani dove ciascun giocatore riceve 5 carte e può cambiarne fino a 4. In ogni mano lo scopo di ciascun giocatore è riuscire a realizzare la migliore combinazione possibile: quando si scoprono le carte vince la mano chi ha la combinazione di carte migliore. Ma non è detto che questa combinazione sia quella vincente: la particolarità del Poker è che esiste sempre la possibilità di scontrarsi con un punto più forte. Il Poker è gioco di Bluff, in cui si può vincere facendo credere agli altri giocatori di avere in mano una combinazione forte e riuscendo così a farli andare via, aggiudicandosi la mano senza scoprire le proprie carte. Torna all'indice

Semi e combinazioni nel Poker

Nel Poker i valori dei semi sono nell'ordine Cuori, Quadri, Fiori, Picche: per ricordare la sequenza si usa mandare a memoria la filastrocca "Come-Quando-Fuori-Piove". E' importante ricordare sempre questa graduatoria, perchè nel confronto fra combinazioni il valore dei semi può contare in modo decisivo per stabilire quale carta è più forte di un'altra, permettendo a chi la possiede di aggiudicarsi la mano.

Nel Poker all'italiana, la graduatoria delle combinazioni è, partendo dall'alto:

  • Scala Reale: cinque carte dello stesso seme in sequenza. Può essere formata dalle cinque carte più alte di un seme e allora si chiama massima. Oppure dalle cinque carte più basse di un seme: in questo caso si chiama minima. O ancora da una combinazione di cinque carte intermedie di un seme e si chiama media.
    Di solito ci si accorda sul fatto che, se nella stessa mano si scontrano due Scale Reali, i giocatori che le possiedono si dividono il piatto: è una eventualità rarissima, ma teoricamente possibile. Comunque, se si vuole seguire alla lettera la Regola del Poker, questa prevede che la Scala Reale Massima batte la Media, la Scala Reale Minima batte la Massima, la Scala Reale Media batte la Minima. Se si scontrano due Scale Reali formate dalle stesse carte, vince quella formata da carte del seme più forte nella graduatoria dei semi. Insomma, a Poker non si deve mai essere matematicamente sicuri di avere in mano il punto più alto.

  • Poker: quattro carte dello stesso valore numerico. In uno scontro fra Poker, vince quello formato dalle carte che hanno il valore numerico più alto. La parità è impossibile.

  • Colore: cinque carte dello stesso seme non in sequenza. Nel Poker all'Italiana, se due Colori si scontrano, vince quello formato da carte del seme più forte. Ma in questo caso molti seguono la regola (propria del Poker all'Americana) per cui vince il Colore che ha la carta più alta. In caso di parità, si guarda la seconda carta più alta e così via. E' una soluzione interessante, che comunque concordata prima di cominciare la partita. Se due Colori sono formati dalle stesse carte, vince quello formato da carte del seme più forte nella graduatoria dei semi.

  • Full: un Tris (tre carte dello stesso valore numerico) insieme a una Coppia (due carte eguali di un altro valore numerico). Nello scontro fra Full, vince quello con il Tris di valore più alto. Non c'è possibilità di pareggio.

  • Scala: cinque carte in sequenza, di semi differenti. Nello scontro fra Scale, vince la Scala che ha la carta più alta. Se due Scale sono eguali, vince quella con la carta più alta del seme più forte nella graduatoria dei semi.

  • Tris: tre carte dello stesso valore. Vince il Tris di valore numerico più alto.

  • Doppia Coppia: due carte dello stesso valore numerico insieme a due carte di un altro valore. In uno scontro fra Doppie, vince la Doppia con la Coppia maggiore di valore numerico più alto. In caso di parità fra le Coppie più alte, vince chi ha la Coppia minore di valore più alto. In caso di due Doppie di valore identico, vince chi ha la quinta carta più alta: se anche le quinte carte sono eguali, vince quella del seme più forte.

  • Coppia: due carte dello stesso valore numerico. Nello scontro fra due Coppie di eguale valore numerico, vince la carta più alta delle altre tre. A parità di carte alte, vince la seconda carta più alta: se c'è ancora parità si guarda la terza. In caso di due combinazioni identiche, vince la carta più alta delle tre con il seme più forte. Torna all'indice

Il sistema di gioco

A Poker si può giocare con il credito (o "pianto"): in questo caso tutti hanno una posta di partenza, ma un giocatore può effettuare una puntata anche se in quel momento non ha davanti a sè il controvalore in fiches. Di solito si fissa un limite al rilancio dei giocatori, avendo come riferimento l'ammontare delle fiches del piatto: ad esempio, si può stabilire che un giocatore che rilancia può al massimo dire "per tre", intendendo che la sua puntata ammonta a tre volte il valore del piatto che si sta disputando nella mano.

Altrimenti si può scegliere di giocare con i resti (la resta), per cui un giocatore può effettuare una puntata utilizzando al massimo il valore di fiches che ha davanti a sè in quel momento. Questa seconda soluzione si adotta spesso per limitare il gioco ed evitare mani troppo alte rispetto alla media di quelle giocate: questa soluzione va capita attentamente da chi bluffa spesso e con continuità. Infatti un giocatore che è rimasto con poche fiches, può decidere di vedere la puntata molto alta di un altro giocatore rischiando al massimo le poche fiches che ha davanti a sè. Nel gioco con i resti è buona norma che i giocatori tengano sempre bene in vista le proprie fiches, in modo che ogni giocatore possa vedere sempre di quanto dispongono gli avversari.

Prima di cominciare il gioco, bisogna fare i posti: all'inizio della partita si devono disporre sul tavolo un numero di carte coperte che corrispondono ai posti di gioco (in 4 giocatori di solito si prendono i 4 Re). Ciascuna carta viene scoperta da un giocatore e attribuita ad un posto. Poi si dispongono sul tavolo un eguale numero di carte coperte, che devono corrispondere alle prime (in 4 giocatori si prendono i 4 Assi). Scopre prima chi ha preso la carta di più alto valore, ad es. il Re di Cuori, e così via. In cinque giocatori i posti si fanno con le 5 carte più alte di Cuori e Picche. Quando tutte le carte sono state scoperte ogni giocatore occupa il posto dello stesso seme (o valore numerico) della seconda carta che ha scoperto.

A Poker si gioca con una posta minima o chip (in inglese vuol dire gettone), che ogni giocatore versa al centro del tavolo prima di iniziare la mano, formando il "piatto". Il chip è eguale per tutti, anche se si usa spesso che chi fa le carte metta nel piatto un chip più alto degli altri. In ogni mano il cartaio cambia, seguendo il giro in senso orario: se quando si fa il piatto, manca qualche chip, tocca al cartaio ricostruire il versamento dei chip. Se non si trova il mancante, tocca al cartaio versare la quota mancante nel piatto, come penalità per la sua disattenzione.

Quando fa il cartaio, un giocatore deve mischiare le carte almeno tre volte. Poi deve far tagliare il mazzo al giocatore alla sua destra ed effettuare la distribuzione. Le carte vanno date in senso orario: il cartaio deve farle scivolare sul tavolo e non lanciarle, per evitare che se ne scopra qualcuna nel corso della distribuzione. Il cartaio deve distribuire le carte una ad una: è vietato in modo tassativo al cartaio distribuire le carte in mazzetti di due o tre. Inoltre il cartaio deve stare attento a distribuirle con precisione nella direzione dei posti dei giocatori, per non far sorgere inutili discussioni o equivoci.

Una volta partita la mano, con l'apertura e gli eventuali rilanci, il cartaio deve procedere al cambio delle carte. I cambi vanni fatti seguendo il giro, un giocatore dopo l'altro. Le carte cambiate devono rimanere, ben visibili, davanti ai giocatori che le hanno scartate: dopo che tutti i cambi sono stati effettuati, il cartaio deve controllare che nessun giocatore tocchi gli scarti propri o altrui. Il cartaio non ha l'obbligo di ricordare gli scarti. Se durante il cambio delle carte il cartaio scopre inavvertitamente una carta, questa è valida e non deve essere sostituita da un'altra carta.

Se durante i cambi delle carte, si rende necessario rimescolare gli scarti, prima di farlo il cartaio deve riepilogare le carte cambiate dai giocatori che hanno già scambiato. Il mazzo degli scarti va rimescolato con cura e fatto alzare al giocatore a destra del cartaio: poi il cartaio può completare la distribuzione.

Se un giocatore cambia 4 carte, il cartaio gliene deve dare subito 3: dopo che tutti i giocatori hanno effettuato i loro cambi, il cartaio dà la quarta carta al giocatore. Se non ci sono cambi successivi al giocatore che ha chiesto 4 carte, il cartaio gliene deve dare subito 3, scartarne una e dargli la successiva. Torna all'indice

Le aperture

Nel Poker all'Italiana l'apertura della mano da parte di un giocatore può avvenire sulla base di una Coppia vestita (almeno due Jack). Ci sono alcuni casi particolari in cui è bene chiarire come ci si regola:

- il piatto di paròle.
Se, dopo i cambi delle carte, tutti i giocatori dicono "passo", la mano si considera non giocata, ciascuno ritira le fiches dal piatto e si inizia un'altra mano. Se tutti i giocatori dicono "chip", scoprono le carte e vince chi ha la combinazione più alta.
Se tutti i giocatori dicono "paròle", il piatto si congela e la mano si rigioca. Il nuovo cartaio e i giocatori mettono il chip: l'apertura si può fare con un punto non inferiore a una Coppia di Kappa o di Assi. Ad un piatto di "paròle" devono partecipare tutti i giocatori, compreso chi non aveva partecipato al piatto precedente che è finito con la chiamata di "paròle".

- l'apertura con 4/5 di Scala Reale.
Per qualsiasi apertura 4 carte in sequenza di Scala Reale bilaterale valgono come due Kappa o due Assi. La combinazione delle 4 carte deve essere rigorosamente una sequenza di Scala Reale bitaterale, cioè aperta da due parti: 4 carte dello stesso seme in scala non bilaterale non permettono l'apertura.

- l'apertura al Buio, il Controbuio e l'Over (Contro-controbuio).
A Poker il Buio è un'apertura concessa al primo giocatore di mano, che apre prima di vedere le carte raddoppiando la posta del piatto. Per giocare la mano, gli altri giocatori devono versare nel piatto il valore in fiches dell'apertura al Buio. Chi apre al Buio ha diritto di parlare per ultimo dopo aver visto le carte e, se vuole, di effettuare un rilancio. Se il giocatore al Buio rilancia, tutti gli altri giocatori hanno la possibilità di rilanciare.

E' possibile che il giocatore successivo a chi ha fatto il Buio faccia il Controbuio: deve versare il quadruplo del piatto di partenza e si aggiudica il diritto di parlare per ultimo ed eventualmente rilanciare. In questo caso chi ha fatto il Buio può "coprirsi", versando le fiches mancanti rispetto al valore del Controbuio: non è più l'ultimo a parlare, ma acquisisce così il diritto al rilancio.

Nel Poker all'Italiana con 5 o 6 giocatori, oltre al Buio e al Controbuio, si può fare anche l'Over (il Contro-controbuio): la Regola Internazionale, per la verità, non prevede l'Over, ma in Italia è un'abitudine molto diffusa. L'Over non è ovviamente possibile quando si gioca in 4 giocatori, perchè il principio aureo del Poker è che non tocchi mai al cartaio parlare per primo. Con l'Over è possibile per il giocatore successivo al controbuiante versare il doppio del valore del Controbuio, aggiudicandosi il diritto di parlare per ultimo ed eventualmente rilanciare. Se c'è l'Over, è data facoltà al buiante di completarsi prima di vedere le carte, solo se prima di lui si sarà completato il controbuiante.

Il problema che si pone qui è quello del rilancio: se i giocatori in Buio e Controbuio si sono completati sulla puntata dell'Over, dopo aver letto le carte e aver appreso le decisioni degli altri giocatori, tutti e tre hanno possibilità di rilancio immediato. Ma se chi ha fatto il Controbuio non si è completato prima di vedere le carte, deve annunciare se giocherà o no prima che la parola tocchi al Buio e alla sua possibilità di rilancio. Questo caso particolare rappresenta un'anomalìa rispetto al principio generale del Poker, per cui ogni giocatore parla nell'ordine dei posti: ma si tratta di un'eventualità abbastanza rara, che va comunque chiarita prima di cominciare a giocare per evitare di finire in un oceano di sterili discussioni. Torna all'indice

Bibliografia sul Poker

Le regole del Poker, le combinazioni, le aperture, i sistemi di rilancio e le altre modalità del gioco sono molto note. Per chi volesse conoscerle meglio e approfondire lo svolgimento delle mani di gioco (di cui qui non parliamo per esteso), rimandiamo ai testi più significativi della vastissima bibliografia sull'argomento. I Titoli migliori per una buona documentazioni sulle regole e sulle tecniche del gioco sono:

  • "Come si gioca a poker" di Giorgio Rastelli - Ed. Mursia 1994

  • "I trucchi al poker" di Roberto Bagnoli - Ed. De Vecchi 1987

  • "L'arte marziale del poker" di Sergio Valzania - Ed.Solfanelli 1989

  • "Il poker" di Fabrizio Dongo - >Ed. Mursia 1978

  • "Giochi di carte internazionali" di Giampaolo Dossena - Ed. Mondadori 1984

  • "Giochi di carte" di Frans Gerver - Ed. SIAD 1985

  • "Il grande libro dei giochi con le carte" di Benito Carobene - Ed. De Vecchi 1988

  • "Giochi da tutto il mondo" a cura di Diagram Group - ED. Fabbri 1984

  • "Giochi di carte a scommessa" a cura di Diagram Group - Ed. Collins/Vallardi 1994

  • "Il libro del Poker" di Terence Reese - Ed. Longanesi 1978

Esiste un Regolamento Internazionale del Poker, da usare eventualmente come punto di riferimento per dirimere i diversi problemi che possono sorgere fra i giocatori: per chi volesse conoscerlo o approfondirlo, si rimanda al testo della cosiddetta "Regola Internazionale", composta di 17 articoli e di un'Appendice in "Il poker vincente" di Elvio Fantini - Ed. De Vecchi, 1987. Torna all'indice

Il Poker all'Americana

Il Poker coperto si può giocare all'Americana (Draw Poker), con un mazzo di 52 carte con un numero di giocatori da due a nove. I valori dei semi e delle carte sono quelli del Poker all'italiana.

La variazione più importante riguarda la graduatoria delle combinazioni e consiste nella regola che il Full batte il Colore: si vuole far pesare la diversa probabilità di ottenere le due combinazioni che, con un mazzo di 52 carte, si sposta per forza in favore del Colore.

Nel Poker all'Americana, inoltre, se si devono confrontare due o più combinazioni di Colore fra loro, non vale la regola della graduatoria dei semi: vince il Colore che ha la carta più alta fra le cinque che lo compongono. In caso di parità nei valori delle carte più alte, si mettono a confronto le carte successive: vince chi la combinazione di carte più alta. In caso di parità completa, vince chi ha il colore più alto secondo la graduatoria dei semi.

Nel Poker all'Americana di solito il rilancio non è immediato: dopo la puntata di un giocatore chi ha la parola può pensare prima di rilanciare, nel tempo concordato per dichiarare la puntata.

Queste semplici variazioni fanno capire quanta differenza corra fra il Poker all'Americana e quello che si gioca normalmente in Italia. Ma sicuramente sperimentare almeno una volta il Poker con queste caratteristiche può essere un'esperienza curiosa e divertente. Torna all'indice

Il Poker è un gioco d'azzardo?

Un luogo comune, peraltro ripreso nelle norme di legge che regolano la materia, include il Poker fra i giochi d'azzardo, come tali proibiti dalla legge e permessi soltanto in alcuni luoghi e a certe condizioni. In questa ottica il Poker è parificato alle cartelle delle Lotterie o alle scommesse sui cavalli.

Questa sembra una grossolana forzatura. Un gioco d'azzardo si basa per definizione sulla fortuna e sul suo influsso decisivo nell'andamento di vincite e perdite: l'abilità del giocatore è tutta nella sua capacità di previsione su come andrà a finire il gioco. Una legge inglese del 1960 afferma che va considerato "gioco d'azzardo" qualsiasi "gioco nel quale vi siano elementi di rischio e in cui la finalità primaria è giocare per denaro".

Come sanno bene gli appassionati (ma anche tutti coloro che conoscono il Poker sia pure superficialmente), in questo gioco il denaro è un elemento costitutivo: non si può giocare a Poker senza scommettere soldi o comunque beni cui si attribuisce un valore reale e non simbolico. Inoltre nel Poker il caso ha sicuramente una enorme influenza: non si tratta solo della frequenza con cui arrivano le combinazioni alte. Un giocatore può infilare Full, Colori e Poker senza vincere nessun piatto significativo. Le mani fortunate sono soprattuttto quelle in cui una combinazione vincente entra al momento giusto e si scontra con altre combinazioni inferiori di valore, aggiudicandosi un piatto ricco e combattuto.

Ora, questo accade in qualsiasi gioco a scommessa: quando formulo un pronostico sul risultato di un gioco, sto giocando contro altri giocatori che hanno pronosticato il contrario e, se la fortuna mi assiste, ne esco vincente, mentre loro perdono. Questo accade se scommetto su un numero della Roulette, sui numeri del Lotto, sull'esito di un incontro di pugilato o sulle corse dei cavalli. Per non parlare della Schedina del Totocalcio e dei risultati delle partite di calcio: se gli avversari della squadra che ho pronosticato vincente colpiscono pali e traverse, sbagliano rigori, si mangiano i gol e invece la mia squadra segna con un fortunoso contropiede, vuol dire che la fortuna mi assiste e le cose sono andate per il verso giusto. Insomma, nei giochi a scommessa, si rischiano dei beni di valore (soldi o altro) su un pronostico: questo "azzardo" può essere confermato o smentito dal risultato reale, che fa testo ed è verità incontrovertibile. In generale chi scommette non può far nulla per influenzare il risultato, salvo ricorrere ad attività criminali, come truccare le partite, le corse o altro.

In conclusione, si scommette e si sta a vedere come andrà a finire: questo è l'azzardo puro, come si sa nobilitato da millenarie riflessioni filosofiche e fantasiose invenzioni letterarie.

Ma c'è anche un azzardo diverso, dato che non tutti i giochi a scommessa funzionano così: ce ne sono molti dove il risultato vincente non è sempre quello che appare. Così se gioco a Sette e Mezzo, a Baccarà, a Black Jack devo spesso provare a capire se la carta coperta del mio avversario è più forte della mia, come lui sta cercando di farmi credere. Dovrò per forza ragionare non solo sulle carte che stanno sul tavolo, ma anche e soprattutto sul mio avversario, per cercare di capire se dichiara la verità o finge. Questo si chiama "bluff" ed è l'elemento di grande "seduzione" dei giochi portati ad esempio.

Ora, non c'è dubbio che il Poker sia un gioco dove si scommette e dove quindi c'è l'azzardo del pronostico. Ma qui la scommessa si incrocia con l'altro elemento centrale del gioco, il bluff. Il Poker, molto di più dei giochi sopra citati, è il gioco del bluff: in una sola mano posso bluffare sull'apertura, sulla dichiarazione e sul rilancio. In questo caso il bluff è una costruzione complessa, un "racconto" a diversi capitoli, che ha un suo sviluppo specifico e mette capo a "finzioni" complesse. Naturalmente tutto ciò è possibile perchè le regole del Poker prevedono che nessun giocatore sia matematicamente sicuro di vincere. "Simula e dissimula" recita una massima del Cardinale Mazarino, insigne uomo di Stato del Seicento francese, a proposito dei principi costitutivi dell'agire politico. In termini di Poker non potremmo mai tradurre l'ammonimento del Cardinale in "impara a mentire bene", ma dovremmo dire "fingi e strafingi", che è cosa assai diversa. Una partita di Poker è un racconto a più voci, in cui ciascuno opera seguendo il principio "costruisci la tua verità e fà sì che gli altri ci credano".

Hic Rodhus, hic salta: questo è il cuore del problema. Nel Poker il bluff non è una semplice bugia: è un racconto che si snoda nei segni delle carte, delle fiches che si puntano, dei gesti, dei toni e delle espressioni che si adottano. Questo racconto si sviluppa in episodi apparentemente staccati l'uno dall'altro, ciascuno quasi sempre irraccontabile ed effimero: ma nel loro insieme, i bluff che un giocatore opera durante una partita sono elementi di una "seduzione" duratura e costante. Esiste un luogo comune che individua il bluff nel fatto di alzare molto il valore della puntata: si tratta di un'idea rozza e meccanica che fa coincidere il bluff con una delle tante situazioni che possono verificarsi nel corso della partita. Infatti non è vero che per un buon giocatore il bluff consista nell'alzare a dismisura la puntata per aggiudicarsi la mano. A volte può bastare semplicemente un piccolo rilancio, adeguato alla situazione degli altri giocatori in quel momento. Il bluff è molto di più.

Non è azzardato dire che il bluff fa parte dell'arte del "sedurre", dell'apparire altro da sè, dell'essere convincenti al di là di ogni ragionevole dubbio. Non c'è dubbio che si tratta di un esercizio faticoso e difficile, di un addestramento laborioso e consapevole: si tratta di un'arte tipicamente femminile, di non facile padronanza. Il risultato può essere una multiforme capacità di immaginazione, una buona comprensione degli altri e un vigile controllo di se stessi e dei propri stati d'animo. Si sente dire spesso che il talento di un giocatore di Poker sta nel saper mascherare le proprie emozioni: questo è sicuramente vero, ma coglie solo un aspetto della questione. Nel corso di una partita un giocatore bravo riesce a mettere in campo quella "empatia" che gli permette di "sentire il tavolo", cioè di essere sempre presente, per percepire e immagazzinare gli umori, le inquietudini, i desideri degli altri e di farne tesoro per raccontare loro la "sua" verità. Trovarsi di fronte ad un giocatore che conosce bene quest'arte, che sa bluffare con maestria ed eleganza, che ha un suo "stile", non è cosa comune. Ma, quando capita, è come osservare i movimenti di un grande talento del pallone su un campo di calcio, i colpi di un asso del tennis o quelli di un maestro della stecca sul panno verde di un biliardo.

Naturalmente la questione è lontana dall'essere risolta, anche perchè non ha senso giocare a Poker senza una posta in palio: raramente una partita di Poker si conclude in pareggio, ci sono sempre vincitori e vinti. E poi c'è una "cattiveria" specifica del gioco, che invita i giocatori a sfruttare un punto il più possibile. E' per queste ragioni che molti si sentono autorizzati a stigmatizzare il Poker come una diabolica dannazione. Non a caso un giocatore esperto è visto spesso come una emanazione demoniaca, una sorta di "angelo sterminatore", che, pur di vincere, è pronto a ghermire la buona fede degli altri giocatori, "povere anime innocenti". Ma chi sta ad un tavolo da Poker dovrebbe sapere di essere implicato in una sfida che prevede esattamente questo: il Poker non premia il candore e l'ingenuità. Chi pensa il contrario deve subito trovare un altro gioco da fare.

Va detto infine che una cosa è confrontarsi con giocatori di sperimentata abilità. Tutt'altra cosa è imbattersi in bari e imbroglioni, pronti ai più diversi trucchi da prestigiatori pur di alleggerire le tasche altrui. Costoro sono deleteri, oltre che per ovvie ragioni morali, soprattutto per ragioni estetiche, dato che le loro attività inquinano la bellezza del gioco. Personaggi di questo tipo si possono incontrare più di frequente di quanto sia immaginabile: vanno riconosciuti al più presto ed evitati con la massima cura.

Si può concludere che il Poker è un gioco di "abilità e di scommessa", che, molto più di altri giochi di carte, esalta la capacità dei giocatori di costruire finzioni complesse e spesso convincenti, esaltando le capacità di seduzione di ciascuno. Torna all'indice

Il Poker Sportivo

Per togliere dal ghetto dei "giochi proibiti" il Poker, è nata la F.I.PO.S., Federazione Italiana Poker Sportivo, che organizza ogni anno vari Tornei e un Campionato Italiano di Poker Sportivo fra i tesserati. Ogni Torneo è riconosciuto dalla World Poker Association: esiste un regolamento codificato dalla stessa Associazione che regola i Tornei e che differenzia il Poker Sportivo da quello tradizionale sotto molti aspetti. Chi volesse approfondire l'argomento deve rivolgersi alla Federazione Italiana Poker Sportivo, Via Guido Banti 19, Roma.

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